Psico Analisi Milano: giorgio.guainazzi@gmail.com
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L'analisi è un tiro mancino

“La libertà comincia dall’ironia”

Victor Hugo

Psicoanalisi laica

“… una pratica non legata a nessuna confessione di fede, a nessuna dottrina precostituita, e a nessuna tecnica consolidata…”

 

Sigmund Freud

Quello che vedrete e ascolterete, è la rappresentazione filmografica di un libro di fantascienza. Anche se un libro di fantascienza molto particolare. Un libro di fantascienza ambientato in una terra alternativa alla nostra. In un continuum parallelo e alternativo al nostro. E in un presente ucronico e sincronico col nostro.

Sigmund Froid, il protagonista di questo sceneggiato, non fa parte del nostro mondo, ma vive in questo universo, cioè in questo continuum, parallelo e alternativo al nostro. E io per scrivere questa storia mi sono identificato in lui. Cioè ho perso momentaneamente la mia identità diventando lui. Quindi in pratica ho lasciato che lui la scrivesse per me. Perciò il vero autore di questo racconto in fondo è lui. Solo questa prefazione l’ho scritta io. E dopo, dato che la prefazione, in un racconto, è sempre paradossalmente, ma giocoforza, l’ultima cosa che viene scritta.

Ma dato anche che voglio mantenere l’anonimato, diciamo che l’ha scritta “nessuno”, plagiando bassamente Odisseo, alias Ulisse.

Non è il caso che mi addentri più di tanto nelle diverse ipotesi scientifiche su cui si basa la fantascienza degli universi possibili. O ucronici come si suol dire. Sono le teorie dell’universo a bolle di Linde, del multiverso di Deutsch, delle stringhe e superstringhe di Veneziano e Nielsen. Ecc.

Ciò che differenzia gli infiniti universi possibili l’uno dall’altro e soprattutto dal nostro , è un evento differenziale rilevante accaduto nel passato. Tale evento ha cambiato il corso della storia. E quindi il nostro presente è di conseguenza differente. Anche ne “l’analisi è un tiro mancino” c’è, nel passato, un evento differenziale che da origine al presente ucronico che il libro descrive. Anzi ce ne sono quattro.

  • Uno è la costituzione dello stato d’Israele nel 1933 invece che nel 48.
    Il che, per una serie di circostanze troppo complesse da spiegare in questa sede, eviterà l’orrore dei campi di sterminio e dell’olocausto.
    E permetterà quindi alla Germania di sedere più serena alla tavola dell’armistizio. Senza che su di essa penda l’accusa di genocidio.
  • L’altro è il crollo dell’Unione Sovietica, conseguente alla strategica vittoria dei tedeschi nella battaglia di Stalingrado, la popolosa città sul Volga che nell’universo di S. f. si chiama più coerentemente Volgogrado, come d’altra parte si chiamava prima di Stalin.
    Invece nel nostro universo, in tale battaglia i tedeschi sono stati drammaticamente sconfitti, iniziando così la caduta a vite verso la perdita della guerra.
  • Il terzo è l’esito positivo dell’attentato a Hitler del 44, che invece nel nostro universo è miseramente fallito. Inoltre alla morte di Hitler fece seguito anche una massiccia, e quanto mai opportuna, epurazione dei gerarchi nazisti del terzo reich più politicamente problematici.
  • Il quarto è un evento molto particolare che avrebbe fatto venire un orgasmo a Pascal, perché si allinea sulla sua ipotesi che il corso della storia sarebbe mutato se il naso di Cleopatra fosse stato più corto.

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Che io ricordi Pascal ha detto che il corso della storia sarebbe cambiato se il naso di Cleopatra fosse stato più lungo…”

Sei stato vittima di una diffusissima bufala Pierone. Cleopatra, come si evince dalle monete su cui c’è il suo profilo, non aveva certo quello che si dice un bel nasino, ma un naso diciamo con un certo carattere. Che faceva intuire il paio di palle non indifferenti che le ciondolavano sotto la tunica. Quindi naso più piccolo = palle mignon = mutato corso della storia. Cioè tutto il contrario di quello che si dice.

Ma torniamo a noi. L’evento di cui vogliamo parlare è l’innamoramento dell’imperatore Hiroito per una principessa havaiana figlia dell’incrocio tra la plutocrazia politica statunitense e l’aristocrazia locale. La determinazione dimostrata da Hirohito, rinato a nuova vita grazie a questo “love affair”, che lo avrebbe portato alla scelta della libertà e della passione nel delicato rispetto del passato e dell’amore per la famiglia originaria, avrebbe conquistato e fatto sognare la maggioranza del popolo giapponese. Ma questo “evento” ebbe anche molteplici altri effetti. Innanzittutto quello di dare a Hiroito la forza di scalzare il dominio politico dei generali samurai, e riportarlo al vertice della vita politica attiva. E grazie alla ben nota equazione “chi fa l‘amore non fa la guerra” ebbe anche l’effetto storicamente rilevante di impedire l’attacco a Pearl Arbour. Però malgrado tale equazione il Giappone entrò lo stesso in guerra a fianco della Germania, anche se per quanto riguarda i figli del Sol Levante fu una guerra molto tiepida. In nome di ragioni che si possono facilmente intuire, per una tacita intesa, la guerra nel Pacifico si risolverà in poche scaramucce più incidentali che intenzionali.

Malgrado questi eventi differenziali però, il corso della storia sostanzialmente non cambia. La guerra viene vinta ugualmente dagli alleati. Anche se si tratta di una guerra combattuta soprattutto in Europa. E di una guerra che alla fine si concluderà più con una pace praticamente contemporanea con tutte le forze dell’Asse che con una vittoria vera e propria.

Diciamo quindi che va tutto o quasi tutto come nel nostro universo. Un quasi tutto che ha anche in estremo oriente un valore molto relativo. Perché il Giappone dopo la fine della guerra diventerà un impero parlamentare. Impero che comprenderà, entusiasticamente consenziente anche la Corea e, consenziente con perfino maggiore entusiasmo, anche l’altra metà dell’isola di Sakalin, conquistata senza colpo ferire ad una Russia precipitata, per la seconda volta in 30 anni, nel caos di una guerra civile. Anche se questa volta si tratterà di un caos quasi incruento e di molto più rapida soluzione. Infatti dopo la sconfitta di Volgogrado, Stalin viene “suicidato”, (come Pinelli) e lo stesso comunismo salta per aria. E si crea così un temporaneo vuoto di potere, che favorisce l’annessione della parte nord di Sakalin da parte dell’impero nipponico. Anche Taiwan viene annessa al territorio metropolitano giapponese togliendola ad una Cina anch’essa troppo occupata a sistemare gli affari di famiglia. Perchè in Cina dopo il crollo di Volgogrado e del comunismo russo, per una strana sinergia negativa, anche la rivoluzione cinese perde consenso e va in crisi.

Tra l’altro Mao muore affogato nel Fiume Giallo nel tentativo propagandistico, peraltro fallito, di attraversarlo e rilanciare così la sua ideologia. Da noi tale impresa si verificò circa mezzo secolo dopo, e ironia della sorte, ebbe successo. Malgrado questa volta non ce ne fosse bisogno. Chiang Kai-shek dopo la morte di Mao, avvenuta tra il drammatico il grottesco e perfino il ridicolo, coglie l’attimo fuggente per sferrare un attacco articolato e su larga scala contro i maoisti. E finalmente riesce a sconfiggerli.

Però ancora intento a leccarsi le ferite dopo una impegnativa vittoria finale e avendo di fronte un Giappone molto più ragionevole e molto più forte, il generalissimo (no, non quello nero, Franco, ma quello rosso, che ovviamente è Chiang Kai-shek!) non se la sente di iniziare un’altra guerra per espugnare un isola di 36.000 km quadri super fortificata e piena di giapponesi armati fino ai denti, ed oltre a tutto distante 86 chilometri da qualsiasi aiuto e rifornimento dalla terra ferma. E si accontenta dei 9.600.000 della Cina che trasformerà in una immensa Taiwan (quella Taiwan che nel nostro universo diventerà supersviluppata per merito suo), lasciandogli Taiwan (quella dell’universo di Sigmund Froid che diventerà anch’essa supersviluppata ma per merito dei giapponesi).

D’altra parte il generoso aiuto che gli usa gli hanno fornito per la conquista del paese della grande muraglia gli è stato dato a due condizioni tassative. Introduzione graduale della democrazia nella nuova Cina, se pur sotto il primato della sua presidenza a vita, e rispetto di un tabù assoluto: “il Giappone non si tocca”. Questo nuovo assetto della parte orientale del mondo avrà delle conseguenze anche sulla sua parte occidentale. Anche sull’Italia ma questo lo vedremo in seguito.

E dei terroristi islamici cosa mi dici?

Quelli, anche nel presente di Sigmund Froid continuano a rompere un po’ i coglioni con qualche attentato qua e là. Ma molto di meno. Il mondo è più unito, e nel suo complesso, Italia a parte, meno paranioco. E quindi gli fa più paura. E li provoca di meno. Anche nell’Italia di Sigmund Froid è quasi tutto uguale. E in questo caso è un quasi più quasi. Si instaura come nella nostra, una Repubblica. Però presidenziale. E Mussolini e il Re, poco dopo la fine della guerra, devono lasciare il cadreghino, malgrado l’aiuto degli alleati. E anche malgrado l’aiuto dei tedeschi. Perché l’influenza di una Germania indivisa, arginata ma non vinta, potentissima già appena dopo l’armistizio, e sempre più potente con il passare degli anni (fino a competere con il colosso statunitense), si mescola sottilmente, ed in maniera underground (e al di là delle dichiarazioni ufficiali), a quella anglosassone e degli Stati Uniti.

Così, in questa Italia alternativa, si sviluppano e si moltiplicano le norme autoritarie di stampo teutonico, del tipo “Ordnung und Disziplin”. Applicate però con moltissima discrezionalità da istituzioni di stampo italiano. Una doppia sconfitta della libertà e della verità, che ha come nucleo una magistratocrazia tanto potente, quanto paranoica, una paranoia che rispecchia quella del quasi mitico giudice Schreber di memoria freudiana. A parte questo strano intreccio di norme paranoiche indotte dai crucchi, e di amoralità politica e parzialità istituzionale, indotta dall’indole italiana di sempre, ne “l’analisi è un tiro mancino”, moltissimi destini storici personali rimangono gli stessi.
E qualche volta anche con ruoli identici o perlomeno simili.

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È la loro impostazione etica che spesso cambia. Proprio a causa di questa parziale neocolonizzazione di stampo teutonico. Questa mia onnipotenza nello stabilire cosa cambia e cosa non cambia, susciterebbe qualche critica da parte dei padri della letteratura fantascientifica ucronica. Mi sto riferendo a Richard Harris (Fatherland), Philip Dick (La svastica sul sole), Gregory Benford (Timescape), Crichton (Timeline), Keit Roberts (Pavana), il nostro Guido Morselli (Contro-passato prossimo), Turtledove (i cicli di Videssos ecc.), per citare i più noti. Loro avrebbero costruito delle consequenzialità molto più ferree e logiche. Ma forse Mark Geston e Fredric Brown, molto meno logici e più poetici (come me), mi avrebbero capito. Io ho costruito un mondo come mi è uscito dalla tastiera. Come hanno fatto per l’appunto Brown (Assurdo universo) e Geston (Fuori dalla bocca del drago, La nave delle stelle, La stella del giorno).
E soprattutto ho dato corpo ad un immaginario che, secondo me, e non solo secondo me, da qualche parte esiste pure…

Ovviamente anche nel mio universo ci sono stati alcuni cambiamenti a livello politico. Soprattutto negli ultimi anni. Perché prima no? Beh perché nel mio universo “super stringa” è così. In ogni caso, anche nel mio universo Berlusconi corre sempre dietro alle gonnelle. Ma da quando è diventato presidente della Repubblica, succedendo a Ciampi, lo fa molto di meno e in maniera molto più discreta. E soprattutto non provocatoria. Perché il Berlusconi dell’universo ucronico di Sigmund Froid è assolutamente non provocatorio da sempre. E comunque. Ed è soprattutto questa caratteristica che gli ha permesso di accedere al Quirinale. E’ d’uopo aggiungere che il Cavaliere è soprattutto riuscito, com’era in fondo prevedibile, almeno per tutti gli italiani della nostra pittoresca repubblica presidenziale che non avessero le fette di salame sugli occhi dell’evidenza, a dare non solo alle sue aziende, ma anche all’azienda Italia un bilancio finalmente positivo. Bossi è ancora, vecchio ma in piena salute, a capo della lega.

Che però, non gravata da nessuno scandalo, è diventata il fulcro adamantino di una “lega confederata”. E cioè di una federazione delle leghe regionali di tutta Italia. Che rappresenta niente popò di meno che il 30% degli italiani (solo un 10% in meno di Forza Italia). Infine tra le più rilevanti ucronie politico/etico/morali di questo universo parallelo, stando nel campo che mi interessa più da vicino, e cioè nel campo psicologico, c’è un cambiamento che riguarda la psicologia e la psicoanalisi. E quindi anche l’albo nazionale degli psicologi. Nella fattispecie l’albo regionale di punta che è l’albo della Lombardia. Ma vi sto dicendo troppo. Anche perché la prima puntata di questo sceneggiato riguarderà soprattutto la personale vicenda di Sigmund Froid.

Menghele, la battaglia di Stalingrado, ecc, ecc, sono solo le condizioni generali che hanno creato un mondo differenziale, un Italia differenziale, quella di Sigmund Froid.

Di queste condizioni si parlerà in seguito. Per ora vedetevi questa prima puntata. Poi chi vivrà vedrà. voglio dire che vedrà anche la seconda, la terza, eccetera, eccetera.

Buon divertimento.

Ringraziamo Valli Enrica Enza per averci consentito l’utilizzo privato dello sceneggiato “l’analisi è un tiro mancino” da Lei ideato e realizzato