"Ciò che unisce fra loro due fenomeni apparentemente inconciliabili, distanti fra loro mille miglia, come possono essere un modo di dire e un sintomo fisico, nella sincronicità psicofisica, è il significato. Si potrebbe anzi dire che, come ogni parola può comunicare solo in quanto dotata di un senso, così ogni sintomo, se né scopriamo il senso, "parla". A guidare il terapeuta nella ricerca di questi significati è lo stesso paziente con le sue verbalizzazioni, che costituiscono il "filo diretto" con cui il suo inconscio si esprime. Ma è anche l'inconscio collettivo, che si esprime nel linguaggio comune, nelle etimologie, nei sinonimi... Vediamo qui come la malattia, opportunamente decodificata, sappia dire qualcosa, comunicare l'esigenza di una vera e propria metamorfosi, cioè di un cambiamento di forma e, necessariamente, di sostanza".
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